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in quiete
omaggio all'opera di Ingmar Bergman

 

regia di Chiara Cicognani ed Elisabetta Gambi

con Chiara Cicognani, Elisabetta Gambi, Alberto Guiducci, Stefania Tamburini, Monica Vandi

disegno luci di Fabrizio Piro

 

Produzione Korekané -L’arboreto di Mondaino

Con il contributo della Provincia di Rimini – Turismo

 

Finalista al Festival LORO DEL RENO 2007 – Teatri di Vita (BO)

Finalista al Festival NEW CONTAMINATE ART FESTIVAL 2007 – Aversa (NA)

Finalista al Festival LE VOCI DELL’ANIMA 2007 – Rimini

Tra i vincitori del Festival NUOVE ESPRESSIONI TEATRALI 2007 – Casalmaggiore (CR)

 

Una persona muore, ma s’impiglia a mezza strada in qualcosa,

come in un incubo, e chiede tenerezza, esonero, liberazione o qualsiasi altro diavolo di cosa.

Ci sono altre due persone, le sue sorelle, e le loro azioni, i loro pensieri

si trovano in relazione con la persona morta, non-morta, morta.

Il prete, chiamato a svolgere le funzioni del caso, barcolla in bilico tra la fede e il dubbio.

La serva di casa la salva, tranquillizzandola, cullandola, accompagnandola per strada.

Credo che questo sia la poesia, o l’invenzione o come la si voglia chiamare.Tutto questo esige un rigore ed un ascolto.

Ingmar Bergman

 

Abbiamo deciso di affrontare questo lavoro con la curiosità di indagare, ancora una volta, nei meandri della mente, dentro quel male costante che ci fa dire tutti i giorni che stiamo bene anche se non è vero, perché quell’inquietudine è talmente presente che spesso ce la dimentichiamo. Da dove viene questa inquietudine? Non abbiamo cercato una risposta a questo interrogativo, solo abbiamo cercato di tradurlo in immagini, in poesia, in una cosa che ha a che fare col teatro insomma. Stavamo cercando, vagando senza meta, poi è arrivato il film, inaspettato, al momento giusto, e ci ha indicato la strada da percorrere. ‘Sussurri e grida’ è un pretesto, ci ha dato una collocazione spazio temporale, ci ha dato dei personaggi da abitare e una situazione da vivere molto semplice: Agnese sta morendo (o forse è già morta) e al suo capezzale si riuniscono le sue due sorelle, Emma e Maria, il prete chiamato a svolgere le funzioni del caso e la governante, che è l’unica vera compagna di Agnese. Il dolore straordinario di Agnese suscita ricordi e sensi di colpa in tutti i componenti del nucleo famigliare. Lungo una prolungata atmosfera di morte si svelano i reali intenti dei personaggi e il senso dei loro rapporti. La veglia funebre però viene continuamente dissacrata dalle sorelle, e l’occasione di ritrovarsi fa riemergere l’acredine reciproco, i silenzi, l’incapacità di comunicare e la rabbia. Maria sorride, ha sempre voglia di giocare, ma dietro il suo sorriso nasconde la leggerezza del vuoto. Emma è forte, severa, ma coltiva dentro di sé un odio profondo per la vita. Anche il prete, che dovrebbe dispensare consolazione, non riesce nell’ingrato compito di richiamare tutti all’ordine e alla sacralità del momento e fallisce. L’unica in grado di accogliere e accompagnare l’anima di Agnese sarà Anna, la governante, che ha da poco perso la sua bambina e conosce la comprensione del dolore. Ed è attraverso questo profondo atto di amore che lo spirito di Agnese può finalmente lasciare le mura di casa, dopo un faticoso tentativo di superare il martirio della malattia, ma anche di staccarsi dalla vita terrena. Ognuno di questi personaggi nasconde quindi un rancore ed un dolore, un rapporto profondo con la vita e la morte, con la fede e il dubbio. E noi abbiamo cercato semplicemente di abitare questo spazio, di tradurlo con immagini nostre, mettendoci dentro un po’ del nostro vissuto, e un po’ della nostra inquietudine.

 

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