Crediti
scritto e diretta da
Alberto Guiducci
interpreti
Alberto Guiducci e Gennaro Ascione
luci
Olivier Fabrice Gasperoni
Apparentemente, tra sacro e profano esiste una contraddizione, poiché ci sono state tramandate, dalle nostre culture, come due categorie fortemente alternative e contraddittorie tra loro.
In realtà, in quest'epoca, il sacro e il profano non sono più ben distinti e nemmeno tanto alternativi.
Oggi c'è un recupero del sacro, che normalmente, in passato, rientrava nell'area del profano, con il cibo, il corpo, il sesso e, forse, si potrebbe vedere in questo recupero del sacro, anche un'influenza del mondo orientale.
Valori civili e anche personali, come la libertà e la tolleranza, sono diventati valori sacri attraverso la secolarizzazione.
Da un altro canto, assistiamo alla totale desacralizzazione della persona umana in certi orientamenti politici e della società civile.
Ma poi, sacro e religioso, sono la stessa cosa?
Ragionare, scrutare, leggere, prendere coscienza dei testi sacri in modo semplice e disincantato, con la serietà ironica e leggerezza di narrazione. Così abbiamo intenzione di "muoverci" fra testi sacri che da millenni ci appartengono ma che in realtà si conoscono solo in minima parte.
Svelare ciò che la cultura religiosa dice, fra le migliaia di righe di tutti i testi, ma di cui si parla pochissimo o per nulla.
Nello spettacolo non c'è nessuna intenzione di creare una "sfida" fra le parti, ma semplicemente far notare, nel gioco teatrale, la complessità delle scritture che spesso ci porta a conclusioni affrettate e sommarie.
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