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stallo - studio per un'anticamera

 

drammaturgia e regia di Chiara Cicognani ed Elisabetta Gambi
con Alberto Guiducci, Chiara Cicognani, Marcogiulio Magnani e Stefania Tamburini
elaborazione del suono ed esecuzione dal vivo Massimiliano Nazzi
disegno luci Flavio Urbinati


Produzione Korekané – Chiara Cicognani ed Elisabetta Gambi,
con il contributo della Provincia di Rimini – Progetto Argo Navis

e la collaborazione di L’arboreto di Mondaino e Teatro Petrella di Longiano.
 

Lo spettacolo è stato finalista al Festival LORO DEL RENO 2009 a Teatri di Vita

dove ha conseguito il Premio Miglior Interprete  Chiara Cicognani.

 

- Che cosa dicono?
- Parlano della loro vita.
- Non si accontentano di aver vissuto.
- Bisogna anche che ne parlino.
- Non si accontentano di esser mortI.
- Non basta.

Samuel Beckett

 

Lo spunto iniziale per questo nuovo lavoro nasce dal finale di “in-quiete”, il nostro precedente spettacolo. Ci siamo focalizzate in particolare sull’oggetto di scena usato, un lenzuolo, esplorandone tutte le metafore ed i significati che ci rimanda: il corpo, l’anima, l’obitorio. Siamo infine arrivate ad una situazione di “Stallo”, in attesa che si sviluppasse quello che dev’essere per noi un aldilà, un luogo altro rispetto alla vita quotidiana.
Dalle suggestioni di Ingmar Bergman (in particolare l’incipit di “Persona”) alle considerazioni di Sartre sull’essere continuamente sottoposti al giudizio altrui (“L’inferno sono gli altri”) siamo approdate alla poetica beckettiana in cui la vita e la morte si confondono, in una circolarità temporale e spaziale che lascia posto solo all’attesa. Attesa di relazioni, di senso, di consapevolezza. Attesa di una pena che è già pena, nell’anticamera di un luogo che è già un luogo.
In “Stallo” quattro personaggi, subito dopo la morte, si trovano costretti ad abitare un luogo da cui è impossibile uscire. Emergono così le relazioni che il singolo si trova ad instaurare, suo malgrado, con l’altro: il diverso, l’insofferente, il rassegnato e comunque qualcuno che non si è scelto. La situazione data permette un’indagine su una certa vacuità del presente, in cui si alternano noia, violenza ed indifferenza.

 

 

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